Le tradizioni natalizie

La vera tradizione italiana che accomuna tutti i periodi di festa ma, in particolare, Natale e Ferragosto è quella di congegnare e far passare tutte le peggiori zozzerie per quel che concerne le decisioni politiche. Leggi mancia, processi brevi, processi lunghi, marchette varie senza contare nuove gabelle e dazi. Nonostante la crisi, questa tradizione permane senza flessioni e la classe dirigente italiana si sottopone al rito con commendevole abnegazione. Basti pensare alla vicenda delle concessioni autostradali, ormai pressoché interamente nelle mani di un oligopolio privato, e il mancato inserimento del blocco degli sfratti nel ‘milleproroghe’:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/01/milleproroghe-lupi-aiuta-grandi-opere-concessionari-non-gli-sfrattati/1308615/

http://www.corriere.it/economia/14_dicembre_27/favore-autostrade-milleproroghe-751b0772-8d91-11e4-8076-7a871cc03684.shtml

Ma torniamo al nostro paesello, sarà un caso ma l’annuncio dato di sfuggita qualche mese fa qui:

dell’intenzione di vendere la quota comunale del Comune di AERTRE (la società che gestisce l’Aeroporto ‘Canova’ di Treviso) si è materializzato proprio fra panettone e mandorlato come potete leggere qui:

http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2014/12/24/news/aeroporto-canova-il-comune-di-treviso-vende-le-sue-quote-1.10559885

http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2014/12/23/news/aeroporto-canova-addio-treviso-esce-da-aertre-1.10551501

Vi dirò la verità. Sapevo perfettamente che le cose sarebbero andate così perché l’attuale amministrazione non sta segnando nessuna sostanziale e qualificante discontinuità rispetto alla precedente rispetto al tema delle partecipate. Vi invito solo a leggere questo interessante articolo del cons. Gnocchi che spiega molto bene quale sia la lungimiranza di tale scelta…

http://alessandrognocchi.blogspot.it/2014/12/aeroporto-di-treviso-e-vendita-delle.html

Non dimentichiamo, comunque che se a Treviso si piange, a Roma non si ride certo. L’ultima mossa del governo Renzi, condita con un’oscena e rivoltante retorica sul ‘salvare i bambini’, sull’ILVA di Taranto lascia a dir poco sbalorditi: nominalmente si tratta di intervento statale diretto. Ora, come sempre, dopo le speculazioni del privato (che a sua volta ha acquistato a prezzo di saldo dal pubblico) tocca al pubblico, cioè a noi, farsi carico dei costi sociali. Per rivendere al privato e far ripartire il gioco. Questa la tragicomica realtà. Nel mentre, ovviamente, continuerà lo stillicidio di devastazione che è esploso come un bubbone nel caso dell’ILVA ma che si replica all’infinito in moltissimi luoghi d’Italia. L’intervento pubblico è, dunque, come sempre sussidiario alle logiche speculative del capitalismo privato e da queste non si emancipa, d’altro canto non potrebbe fare diversamente atteso che il ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, viene da Confindustria e all’assemblea di Vicenza dello scorso 29 maggio ha detto chiaro e tondo che ‘lo Stato non deve fare concorrenza alle imprese’, tutt’al più rattoppare i buchi dopo che i guadagni si sono già volatilizzati in qualche lido tropicale. Nessuna illusione, quindi, che questo ingresso diretto nell’ILVA di Taranto possa costituire il germoglio di un’inversione di rotta che veda un protagonismo pubblico in vista della promozione di logiche economiche maggiormente partecipative, democratiche e sostenibili. Che la gestione della crisi di Alitalia, nel 2008, sia stato un precedente pericolosissimo lo dimostra il fatto che oggi è pacificamente accettata l’idea secondo la quale la collettività deve farsi carico di costi umani ed economici delle dissennate gestioni imprenditoriali senza però poter dire nulla in merito a quale idea di sviluppo economico debba essere perseguito. Sempre per tornare ad Alitalia, che ha appena debuttato dopo l’operazione Ethiad, ciò non ha comunque messo al riparo da un esito catastrofico della nuova gestione che di fatto si è dovuta aggrappare ai petrodollari degli emiri e, tu guarda che nemesi, a una compagnia di fatto ‘statale’ pur scalando le cime delle classifiche di gradimento dei passeggeri ed efficienza operativa, organizzativa e finanziaria.

Tra l’altro, e chiudo con questa amara riflessione, sarà da capire come si armonizzerà l’immunità concessa ai nuovi commissari e ben descritta qui:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/27/ilva-decreto-renzi-ovvero-messa-norma-passo-tartaruga/1297941/

con l’obbligatorietà dell’azione penale prevista dall’art. 112 della Costituzione.

Alberto Leoncini

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