Ho segnalato a leggereimprecisionineitestiscolastici questo strafalcione che noi avevamo già commentato qui ebbene ciò ha contributo a ri/creare un dibattito mettendo in circolo le idee su un tema per noi fondamentale, in particolare i dati positivi sono due, il primo è che grazie ad un’utente
ho scoperto l’esistenza di questo documentario sull’IRI che ovviamente condivido con voi, la seconda è che anche Bagnai ha rilanciato la notizia.
Ora, io sono di Treviso, quindi anche se non sono un appassionato di rugby, un po’ fa parte del mio contesto di vita, pertanto uso un paragone da quello sport: quello del calcio in avanti del pallone. Quella è l’unica occasione, per quanto ne so (si vede che non sono un esperto) in cui il pallone può essere lanciato avanti, perché di solito si passa a mano indietro. A noi, oggi, occorre andare in meta. A tutti piace essere quelli che schiacciano il pallone in meta ma è imprescindibile capire che è ancora più importante quello che farà la squadra, cioè tutti noi impegnati a sfondare le linee avversarie, per questo motivo sono particolarmente lieto che Bagnai, che oggi è la nostra ‘testa di ponte’ e probabilmente quello che schiaccerà in meta, abbia rilanciato la notizia. Penso anche lui sappia che, senza tutti coloro che stanno organizzando la resistenza ai quattro angoli dell’Italia, fra ore rubate al sonno, telefonate correndo al lavoro (per chi ce l’ha, ovviamente), fine settimana spesi per convegni e formazione, anche la sua battaglia sarebbe testimoniale.
Le ragioni di questo blog sono quelle del cambiamento richiesto e voluto dalla maggioranza, ancora troppo disorganizzata e frammentata, e ottenere dei risultati reali è quanto di più necessario e urgente possa esserci, oggi sul piano del dibattito, domani sul piano delle concrete opzioni politiche.
Detto questo l’invito è anche quello di sostenere e inviare segnalazioni al predetto blog, è fondamentale stigmatizzare quella che chiamo ‘eugenentica integrazionista’; chi ha fatto le scuole negli anni ’90 sa cosa significhi. La mia avrebbe dovuto essere la prima generazione ‘europea’ e già ai miei tempi non mancavano questo tipo di messaggi nei testi scolastici, ma oggi la monocultura imperante ha raggiunto dei tratti imbarazzanti. Ovviamente anche gli insegnati fanno parte dei ceti dominati, anzi sono in prima linea, ma una parte non piccola si fa comprare per un piatto di lenticchie con i vari ‘progetti europei’ e un’altra, altrettanto cospicua, fetta si culla con sogni alter europeistici. È quindi evidente che sul terreno della scuola si gioca anche per questa ideologia uno scontro cruciale, come peraltro è sempre successo per ogni pensiero unico che si rispetti. In questo senso vi invito a riprendere le riflessioni del filosofo Massimo Bontempelli i cui scritti su Indipendenza sono stati riuniti in volume e riproposti , l’asse strategico sull’educazione è vieppiù una priorità. La denuncia è una parte importante, ma, se possibile, è ancora più importante costruire, fin d’ora, l’alternativa.
Alberto Leoncini