Non so se vi sia capitato di vedere “Questo è il mio paese” . A mio parere è un esempio particolarmente efficace di quali siano le potenzialità del servizio pubblico radiotelevisivo, ma direi più propriamente di informazione, atteso che, ormai questa passa attraverso un reticolo integrato fatto di social media, internet e, appunto, radio/televisione.
Un buon cast, di attori giovani tra cui non posso non ricordare, in particolare, Loredana Cannata (qui su facebook) (io personalmente la seguo dai tempi di Alice Morandi, la giovane avvocato di ‘Un caso di coscienza’) per il suo incessante impegno a fianco dei movimenti ambientalisti e altermondialisti che ne fanno senza ombra di dubbio una delle artiste maggiormente in grado di coniugare professionalità e impegno sociale.
A questo proposito vi ripropongo il suo breve documentario sul Chiapas e la condizione delle popolazioni colà residenti, del 2003 ma tutt’ora interessante.
La serie, dicevo, funziona perché trasmette un principio di fondo secondo me molto importante: cioè che nella storia mai nulla è stato concesso e le trasformazioni e i diritti sono stati semplicemente conquistati creando le condizioni storico/politiche per concretizzarli. Fine.
Una storia al femminile che intreccia politica, lavoro (in particolare nell’episodio del recupero dei vecchi telai) e impegno civile senza retorica e senza diventare cerebrale.
Calura, la località dove è ambientato, non esiste, essa tuttavia è in tanti posti: in tutti i luoghi dove i cittadini si organizzano per contare e abbattere la sindrome del TINA (there is no alternative). Affermare la volontà di riprenderci le chiavi di casa come dice Rinaldi, è un passaggio fondamentale e ineludibile.
Tutto questo semplicemente per dire che avremmo tutte le potenzialità economiche e sociali per starcene tutti in serenità e pace, mentre, purtroppo, ci tocca sudare sette camicie per tentare di spostare di qualche millimetro i rapporti sociali in essere…tutto sempre con il sempiterno interrogativo: “ne vale la pena?”. Io ovviamente ho più domande che risposte, tuttavia volevo condividere con voi questo recentissimo video di Dario Fo in cui ricorda Franca Rame: ci sono tante risposte e altrettante speranze. Visto che sempre di teatro e attori si parla… Mi sembrava giusto condividerlo…
Come sapete penso che si debba lavorare per riparare i meccanismi inceppati, non per distruggerli, quindi è evidente che una realtà come la RAI sia imprescindibile per nuove prospettive economiche e di sviluppo. D’altro canto questo blog nasce per interrogarsi e mettere in rete, in ogni senso, il ‘come’ fare impresa pubblica nel III millennio e quali percorsi tracciare per modalità nuove di organizzazione della sfera pubblica in campo economico.
Io che pure di queste cose mi occupo, ad esempio non sapevo dell’ACSM Primiero, L’ho scoperta grazie a questa puntata di ScalaMercalli (al min 1h 16 min), si tratta esattamente di quello che propugna, condivisibilmente, Naomi Klein in ‘Una rivoluzione ci salverà’, cioè rendere le comunità proprietarie delle proprie infrastrutture e reti energetiche.
A questo proposito vi segnalo anche questo articolo sugli acquedotti comunitari in Colombia:
gli-acquedotti-comunitari-unalternativa
Con ogni evidenza questo dimostra quanto importante sia riuscire a aprire spazi e diritti di tribuna sui media, perché evidentemente non conta solo ‘fare’ le cose ma occorre anche ‘farlo sapere’, e, dall’altro lato, dimostra quali e quante importanti professionalità possono esserci in questo Paese nel mondo dell’informazione, dell’arte e di tutto l’indotto tecnico/operativo che vi ruota attorno. Smuovere il dibattito e continuare con la battaglia delle idee, come si diceva, sono ad oggi il massimo che possiamo fare ma è necessario farlo creando le condizioni di agibilità politica per l’alternativa a ogni livello.
In questo senso vi segnalo questo intervento su Byblu che ricostruisce in modo divulgativo ma efficace il percorso delle privatizzazioni in Italia legandole, fatto questo fondamentale per la nostra prospettiva di analisi al divorzio Banca d’Italia/Tesoro e, quindi, alla fine del regime di repressione finanziaria.
Alberto Leoncini
P.s. il 17/4 si vota sulle trivellazioni in mare…E’ un referendum abrogativo quindi si vota SI per dire NO alle trivellazioni. Qui nuovamente il sito del comitato nazionale per il SI
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