Dopo il referendum costituzionale: fra rinnovamento e restaurazione europea

Dall’ultima volta che ho scritto è un passato un po’ di tempo, ma, come dicevo, ci sono stati un po’ di impegni, non da ultimo il referendum che fortunatamente ha avuto l’esito sperato. Ovviamente la guerra continua, anzi si alzerà il livello dello scontro, come spiega Grigoriou Panagiotis  : chi si illudesse di aver sconfitto la filiera che ha voluto la riforma, incorrerebbe in un grossolano errore, occorre quindi attrezzarsi con strumenti culturali e politici, senza pretesa di esaustività segnalo un paio di cosette questo e questo  sempre dall’ottimo vocidallestero che vi consiglio di seguire e monitorare.

Il dato, tuttavia, è che c’è stata un’importante eterogenesi dei fini: si è tornato a parlare di Costituzione e dell’assetto di valori e idealità che tratteggia nel suo insieme: è il primo passo per riportarla al vertice della gerarchia delle fonti e, quindi, necessariamente per uscire dalla UE, il cui diritto oggi prevale anche sulla Costituzione.

Un dettaglio che mi fa particolarmente piacere, avendo scritto dell’importanza del CNEL nel 2012, quindi prima che l’oscenità della riforma fosse stata partorita, è che anche tale istituzione è stata oggetto di dibattito, segnalo in proposito questo e questo sulla genesi storica  riscoprendone significato e ruolo, a questo punto mi auguro che ci sia chi abbia il coraggio di porre tali istanze come concreta rivendicazione politica, valorizzando quella sede di confronto intercategoriale e utilizzando davvero il ‘diritto di tribuna’ dato dal CNEL per avanzare proposte e istanze per un nuovo modello economico, in particolare da parte del sindacato ma non solo.

Poi c’è MPS, con gustosissime prese di posizione, come quella del Sole24Ore, sull’intervento dello Stato nel rispetto del mercato . Sempre per tornare ai Pooh: “il mio amore si potrebbe svegliare, chi la scalderà”. Certo, dopo aver preso quel che c’era da prendere. Insomma, il classico ‘testa vinco io, croce perdi tu’.

Come stiano le cose con riferimento alla crisi bancaria, lo spiega benissimo Bagnai . Aggiungo solo che qualsiasi ipotesi di intervento statale sganciata da una prospettiva di rilancio dell’impresa pubblica sarà solo l’ennesimo favore a speculatori e delinquenti con il colletto bianco, nulla di più, e contribuirà a far perdere in misura ancor maggiore credibilità e prestigio alle istituzioni che, senza batter ciglio, aprono il portafogli per 20 miliardi di euro (per ora…) quando si tratta di banche e, invece, quando si tratta di urgenze per la collettività (sanità, scuola, dissesto idrogeologico, prevenzione sismica, trasporti pubblici e chi più ne ha più ne metta)….eh, no, c’è la crisi. Non parliamo poi di ipotesi di controllo pubblico di imprese in crisi, perché guai a violare le sacre regole del mercato!

Naturalmente parlo a ragion veduta di criminalità economica, perché già nel 2007 c’era chi, come Fabrizio Zampieri, spiegava esattamente cosa si nascondesse dietro l’operazione MPS/Antonveneta. certo, poi come ha ricordato Claudio Borghi su MPS non abbiamo nemmeno visto un processo.

Certo, in confronto ai valori in gioco con la crisi bancaria si tratta di noccioline, ma vi comunico che, digerito il panettone, le poste aumenteranno le tariffe  (dal 10 gennaio), questo perché, come noto, con le privatizzazioni i servizi migliorano e i costi per l’utente scendono. E le marmotte, come da copione, incartano la cioccolata. Che, poi, portando un beneficio a tutta l’economia, le privatizzazioni faranno anche crescere i vostri redditi. Che infatti sono cresciuti, o no?

In questi giorni esce anche il nuovo numero di Indipendenza , in cui viene pubblicato il mio già annunciato lavoro sul municipalismo, con la recensione all’ultimo lavoro di Paolo Maddalena  in seno a un percorso di lettura che abbraccia anche il testo di Paolo Berdini ‘Le città fallite’. Si tratta di un articolo di cui sono particolarmente contento, non solo perché costituisce una prima sintesi sul municipalismo, quanto anche perché tale tema assumerà un’importanza vieppiù crescente nella prospettiva di organizzare politicamente il malessere di questo periodo pertanto vorrei, nel mio piccolo, cercare di fornire un contributo al dibattito. Chi saprà cogliere tale sfida nei termini in cui la tratteggio, iscriverà un’importante ipoteca sul futuro politico dell’alternativa.

C’è anche un mio lavoro su regimi alimentari, scelte di consumo e sovranità alimentare, temi sui quali reputo importante intervenire per fare un po’ di chiarezza, cercando di dare una prospettiva di direzione politica alle istanze emergenti in questo periodo su alimentazione vegana/vegetariana, scelte di consumo e ‘sovranità’ del consumatore.

Alberto Leoncini 

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