Oggi compiamo gli anni (chi si fosse perso le feste precedenti può ripercorrerle qui, qui e qui ), quindi come da tradizione un post è d’obbligo. Fra una settimana, a quest’ora, sapremo a grandi linee come sarà il nuovo Parlamento, chi ci sarà e chi no, ma su questo torneremo dopo. Prima volevo condividere con voi l’avvio di questo ‘appello permanente’ di Indipendenza che poi vi posto anche in foto, sempre per i più pigri:
diciamo che mi viene sempre da pensare alla celebre distinzione di Bagnai tra austeriani e appellisti, in questo caso, però, la finalità è quella di essere diffuso e divulgato fra amici e conoscenze nell’ottica di attivare un interesse ‘per gradi’ ai temi trattati da rivista e associazione: se vogliamo fare una ‘graduatoria’ questo si collocherebbe al primo ‘scalino’, seguito poi dal supplemento alla rivista (c.d. ‘foglio’, su cui ci saranno delle novità e il cui nuovo numero sarà peraltro in distribuzione all’assemblea stessa, sono chiaramente aperte le ‘prenotazioni’ per diffusione) e, per finire, la rivista e i libri per coloro che vogliano consolidare il proprio bagaglio di conoscenze e competenze, fatto imprescindibile per chi intenda ambire a ruoli di direzione politica territoriale e nazionale: nel minestrone informe del panorama politico nostrano è necessario lavorare per una soggettività che abbia chiara in testa la filiera delle responsabilità per le ricette rispetto alle quali ‘non c’è alternativa’ (Juncker dixit) e sappia al contempo organizzare su basi nazionali le ragioni dei ceti subalterni, alzando progressivamente i livelli di intervento e radicamento.
Torno ora brevemente sul ‘tema del momento’, cioè le elezioni. Vi volevo postare un pezzetto della newsletter che mi è arrivata oggi dalla newsletter di poterealpopolo al di là delle posizioni su singoli temi rispetto alle quali potremmo perdere parecchio tempo a scrivere e discutere, c’è un fatto da evidenziare, cioè l’estremo interesse per il tipo di processo innescatosi e il tipo di platea intercettata. Lo leggerete anche nelle righe che seguono: vengono sinteticamente riassunte delle ovvietà per chi abbia esperienze anche modeste di militanza politica…ma il punto è proprio questo: avvicinare e interloquire con persone alle prime armi che, in assenza di un ‘partito educatore’ (Togliatti), decidono di spendersi a qualche titolo per un progetto. E sapete perché ciò è importante? Perché a molte persone- in particolare fra quelli ‘studiati’, ‘attenti’, ‘informati’ e che ‘hanno capito tutto’- sfugge un dettaglio: cioè che i tempi per la realizzazione del partito perfetto, con i candidati perfetti e l’equilibrio giusto tra nutrimento e gusto non sono compatibili con la, mi pare neanche troppo velata, intenzione della troika di raderci al suolo. E non lo dico io che sono cattivo, euroscettico e malpensante, lo dice Federico Fubini sul Corriere della Sera , quindi ecco, che ognuno si faccia i suoi conti. Chi non votare è chiaro, chi votare, quasi altrettanto.
“Davvero: non si era mai visto niente del genere nella storia del nostro Paese, un popolo che si solleva e dal nulla va a giocare in serie A, sfidando i colossi della politica. E tutto questo non per noi, ma per un ideale, per interrompere la barbarie, per far sì che le classi popolari riprendano parola, che inizino a ribaltarsi i rapporti di forza! […] Perché – lo ribadiamo per l’ennesima volta –andiamo avanti in ogni caso, però è evidente e umano, soprattutto per molti di quelli che ci guardano, che non tutti i risultati sono equivalenti. Non solo non è la stessa cosa fare lo zero virgola o superare il 3 e mandare qualcuno in Parlamento, ovviamente, ma non è uguale nemmeno fare l’1,5, il 2, o il 2,5.Per noi conta ogni voto. Perché ogni voto è una persona. Ogni voto è qualcosa che si riattiva, che conosce, che si interroga, che comincia o ricomincia a sognare. Ogni voto è una storia e un allargamento della comunità che stiamo creando. […] Quello che è certo è che, se fino a un mese fa non esistevamo nei sondaggi, ora ci segnalano tutti e ci danno tutti in crescita. C’è chi dice 1,6%, chi 2%, chi 2,7%, e chi addirittura 3%. Questo vuol dire due cose:1. la partita ce la stiamo giocando per davvero e fino in fondo. Per cui in questi ultimi giorni bisogna dare il massimo, fare l’impossibile. Perché davvero sarebbe una rivoluzione in Italia. […] COME FARE UNA BUONA LISTA?Prendete carta e penna e fate mente locale. Iniziate a scrivere i nomi partendo dalla vostra famiglia. Poi dedicate un’altra pagina agli amici. Poi un’altra ancora ai colleghi di lavoro. Quindi ai conoscenti (sport, vicini di casa etc). Infine l’ultima dedicata alle reti sociali (facebook, twitter, mailing list [dimenticano il preclaro Whatsapp… che io non uso, ma che un suo peso ce l’ha, NdR]). Chiamate personalmente, incontrate, scrivete a ognuno di questi contatti. Informateli dell’esistenza di “potere al popolo!”. Ricordate: non dovete chiedere qualcosa, ma offrire qualcosa: un’informazione che non hanno avuto, un ragionamento diverso, il senso di una possibilità. […]Una volta incassata la risposta, segniamola. Se la persona è stata particolarmente convinta, coinvolgiamola. Facciamo fare anche a lei una lista. Portiamole del materiale elettorale.Se è indecisa, non insistiamo. Diamo modo di informarsi e di riflettere. E facciamoci sentire a qualche giorno dalle elezioni. Sempre meglio parlare da vicino. Invitiamola a qualche iniziativa dove possa conoscere anche altri, dove si discuta o si facciano azioni. […] Inoltre, le persone convinte possono organizzare piccoli incontri, magari con il candidato del vostro collegio. Andate a casa della gente, prendete un caffè, anche con gruppi di 5 persone, non disdegnate nulla! Le persone vogliono conoscere i loro candidati, li vogliono guardare negli occhi, li vogliono interrogare, e hanno ragione! Non vi sottraete. Ricordate ovviamente di avere sempre materiale elettorale a portata di mano, e di verificare i vostri SI la settimana prima del voto.A chi viene agli incontri o a chi vi ha detto sì, cercate di fare capire il senso della sfida, del fatto che ognuno di noi può fare qualcosa. Perché se passa questo concetto, la persona ce la possiamo ritrovare anche dopo il momento elettorale!
Io, che qualche campagna elettorale l’ho fatta, mi permetto di aggiungere anche questo:
- Non solo tenere a portata di mano i materiali elettorali, ma portarli sempre in tasca/borsa;
- Decorare con scritte, adesivi e cartelloni le biciclette e, se possibile, anche le auto, questa per esempio era la mia bici ai tempi del referendum del 4/12;
- Se nel vostro Comune c’è il porta a porta per la raccolta dei rifiuti, scrivere il proprio messaggi politico sul retro dei bidoni stessi (in grande);
- Mettere bandiere fuori di casa;
- Girare sempre con la spilletta del partito/movimento (fatto quest’ultimo enormemente sottovalutato ma di un’importanza capitale!);
- Se si conoscono persone impossibilitate a votare (anziani, in particolare) organizzare passaggi auto e telefonate nei giorni precedenti al voto, nelle telefonate accertarsi sempre che le persone abbiano a disposizione la tessera elettorale;