Scusate il silenzio di questi mesi, ma fra una cosa e l’altra ho incrociato pochino a queste latitudini, una delle tante cose che vorrei fare e che non faccio, lo speculare inverso delle cose che non vorrei fare e che invece faccio, ma questa è un’altra storia. Volevo condividere con voi il mio intervento sul regionalismo differenziato che ho tenuto al convegno di Indipendenza lo scorso 11 maggio.
Il tema del regionalismo e il suo combinarsi con il tema della deindustrializzazione sarà, peraltro, l’argomento del mio prossimo articolo su Indipendenza in cui cerco di spiegare come i due fenomeni si leghino e come la ritrazione (l’eliminazione…) dell’impresa pubblica sia stata il propellente di tale dinamica.
A settembre avrà luogo la votazione sulla riforma costituzionale relativa al taglio del numero dei parlamentari, voluta dai legastellati: una mossa che, combinata con la legge elettorale vigente, serve a tagliar fuori dai due rami del Parlamento ogni prospettiva di accesso ai pensieri critici, tutto ciò mentre non si dice un ‘a’ sulle autorità indipendenti che, impegnate come sono a ‘moralizzare il mercato’, non badano a spese, se quello è il terreno su cui ci si vuol confrontare.
Credo che a opporsi in sede referendaria, sperando che la consultazione si tenga, sarà una sparuta nicchia testimoniale e succederà come con il regionalismo differenziato: ai referendum tutti a votare SI e a guardarti come un alieno se criticavi le magnifiche sorti progressive, salvo poi scoprire l’ovvio e ciò che ci si stava scientemente ficcando in un pozzo di guano, come avrebbe dovuto essere evidente a qualsiasi normodotato in buona fede.
Come scrivevamo qui insomma, regioni sempre più ‘autonome’, purché non si fiati sui diktat europei e allo stesso modo serve un parlamento sempre più esautorato, ridotto e ricattabile, ma evidentemente nell’epoca del cervello all’ammasso queste ovvietà possono essere dette solo in spazi come questo: il villaggio di Asterix e Obelix.
Concludo queste brevi notazioni con il consueto invito all’assemblea di settembre:
Alberto Leoncini